Riserve legali, statutarie e straordinarie: il salvagente delle aziende

Riserve legali, statutarie e straordinarie: il salvagente delle aziende

Le riserve legali, statutarie e straordinarie sono assieme al capitale sociale il “cuscinetto” di protezione delle aziende.

Un po’ come tutti noi, anche le aziende possono incorrere in difficoltà inaspettate. Basti pensare alla pandemia: i vari lockdown e le restrizioni in generale sono state in generale dei colpi duri da assorbire per molte realtà.

Ecco perché in Italia è in parte un obbligo predisporre delle riserve in grado di arginare queste situazioni. Sia le SRL che le SLRS e le SPA sono soggette a questi obblighi. Vediamo dunque che cosa sono le riserve legali e come si calcolano.

Capitale sociale e riserve: i cuscinetti delle aziende

La prima sorgente di valore (e l’ultima spiaggia da usare in caso di perdite d’esercizio) è il capitale sociale.

Creato all’atto di costituzione di un’azienda, il capitale sociale è la somma dei beni materiali e immateriali forniti dai soci. In sostanza: i primi fondi con cui nasce un’attività.

Le riserve legali sono invece un accantonamento contabile di utili e sono imposte dalla legge per proteggere l’integrità del capitale sociale. È una sorta di salvagente il cui obiettivo è evitare che le aziende finiscano per erodere il proprio patrimonio a seguito di un periodo difficile.

Questi risparmi sono registrati nello stato patrimoniale tra le voci passive e non possono essere distribuite tra soci e amministratori della società.

Accanto alle riserve legali esistono altri due tipi di riserva: quelle statutarie e quelle facoltative.

Le riserve statutarie sono previste dallo statuto della società: non sono obbligatorie per la legge, ma lo sono finché lo statuto non viene modificato.

Le riserve facoltative come suggerisce il nome sono invece accantonamenti in più, svincolate da obblighi legali o statutari, decisi dall’assemblea dei soci.

Capitale sociale, riserve legali, statutarie e facoltative sono il salvagente di tutte le aziende.

Riserve legali dell’azienda: obblighi e non

Ora che è chiaro cosa sono le riserve legali e a cosa servono, vediamo come vengono a formarsi.

La legge obbliga le imprese a creare un fondo di riserva prelevando dagli utili di ogni esercizio una quota non inferiore al ventesimo degli utili stessi fino al raggiungimento del quinto sul capitale sociale.

Una volta raggiunto il quinto del capitale sociale, non è più legalmente necessario aggiungere ulteriori riserve.

L’articolo 2430 del Codice Civile dice a proposito delle riserve legali:

Dagli utili netti annuali deve essere dedotta una somma corrispondente almeno alla ventesima parte di essi per costituire una riserva, fino a che questa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. La riserva deve essere reintegrata a norma del comma precedente se viene diminuita per qualsiasi ragione.

Riassumendo, quando vengono prodotti utili d’esercizio è necessario accantonare una loro quota nelle riserve legali rispettando:

  • 1/20 dell’utile di ogni esercizio (al netto delle imposte)
  • la composizione della riserva legale fino ad almeno 1/5 del valore del capitale sociale

Se l’esercizio è in perdita, per coprire l’ammanco le aziende sono tenute a rispettare un ordine preciso di utilizzo delle proprie risorse.

Il primo “salvadanaio” da aprire è quello delle riserve facoltative. A seguire quello delle riserve statutarie e poi quelle legali. Solo successivamente e in casi estremi può essere intaccato il capitale sociale.