Retribuzione dei dirigenti e parametri ESG: la sostenibilità paga?

Retribuzione dei dirigenti e parametri ESG: la sostenibilità paga?

La CSR e gli ESG fanno sempre più parte degli stipendi dei dirigenti delle grandi aziende.

Sono sempre di più infatti le realtà che integrano i parametri della sostenibilità nelle retribuzioni dei propri vertici. Questa pratica è molto apprezzata dagli investitori perché si traduce spesso e volentieri in impegno da parte di queste persone a spingere per una società più green e più equa.

Ma è giusto che sia così? Qual è il modo migliore di legare gli stipendi ai parametri ESG?

A queste domande hanno tentato di rispondere Kirsty Nicholson, Senior Associate e Drew Droste, Vice President di Columbia Threadneedle Investments.

L’idea: collegare gli stipendi ai parametri ESG delle aziende

Per Nicholson e Droste, inserire i parametri ESG negli stipendi dei dirigenti è corretto. Anzi, di più: è essenziale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità aziendale nel breve e nel lungo termine. Incentivati dal premio, i dirigenti adottano più facilmente politiche e comportamenti che favoriscono la transizione ecologica dell’azienda.

Storicamente le performance (e gli stipendi) dei dirigenti venivano misurati in base a parametri tradizionali come ricavi ed efficienza. Negli ultimi anni si sono aggiunti gli obiettivi finanziari e quelli legati ad ambiente e sostenibilità.

Nel 2021 oltre la metà degli emittenti dell’S&P 500 includeva almeno un parametro ESG nei programmi di incentivazione dei dirigenti.

Secondo le esperte, un sistema di incentivi basato anche su CSR e ESG è in grado di creare l’opportunità di promuovere un cambiamento reale e positivo per il personale, la società e l’ambiente.

Quando la CSR paga: qualche esempio

Non tutti i parametri ESG vanno bene per tutte le aziende: non c’è la formula magica uguale per tutti.

In generale, Nicholson e Droste consigliano di valutare con attenzione quali possono essere i più adatti da adottare nel breve e nel lungo periodo.

La questione della visibilità degli effetti non è banale. Il mandato di un CEO è di qualche anno mentre gli effetti della maggior parte degli ESG si vedono a distanza di più tempo. L’azienda deve essere brava a tradurre quell’obiettivo a lungo termine in step, passi da compiere nel breve periodo.

In questo modo l’incentivo è reale e perseguibile.

Quale parte dello stipendio deve dipendere dai parametri ESG? Dagli studi della Columbia Threadneedle Investments la quota ottimale sta tra il 10% e il 20%, anche se possono esistere casi in cui si va oltre.

Citando due esempi, nel 2021 Shell ha aumentato al 20% il peso dei criteri legati alla transizione energetica nel piano di incentivazione a lungo termine dei suoi dirigenti. Ancora, dal 2020 Siemens pondera il 20% dei premi azionari dei membri del CdA su 3 KPI legati alla sostenibilità.

Con la maggiore importanza assunta dalla sostenibilità nelle strategie aziendali, gli analisti di Columbia Threadneedle Investments prevedono che un numero sempre più grande di aziende metterà in campo iniziative dedicate a legare gli stipendi dei vertici ai parametri ESG.

La prassi si sta consolidando di anno in anno e corre parallela al percorso che il mondo sta facendo verso un modo di fare impresa sempre più sostenibile.