Capitale sociale: cos’è e da cosa è composto

Capitale sociale: cos’è e da cosa è composto

Quando nasce, un’azienda ha bisogno di un capitale per poter avviare la sua attività. 

Queste risorse vengono conferite all’azienda da chi l’ha fondata. Nel caso di aziende con un unico fondatore, il capitale iniziale viene chiamato capitale proprio. Se l’azienda ha invece più soci fondatori si parla allora di capitale sociale.

Il capitale sociale può essere composto da risorse di diverso tipo e di tutte viene calcolato da un perito il valore nominale in denaro.

Le risorse del capitale sociale sono quindi fondamentali per un’azienda. È grazie a queste risorse che la tua attività può iniziare a muovere i primi passi, ad assumere le prime persone e a produrre i primi beni.

Significato di “capitale sociale” in economia

In economia, il capitale sociale è la somma di tutte le risorse messe a disposizione dai soci alla costituzione di un’azienda. Si tratta di risorse materiali o immateriali, considerate secondo il loro valore in denaro.

Il capitale sociale è considerato di rischio. In caso di fallimento dell’impresa, verrebbe liquidato per pagare i debiti insoluti. È dunque soggetto al rischio di investimento: può sia diminuire che aumentare nel tempo, restituendo valore ai soci fondatori.

Quando si forma il capitale sociale di una nuova azienda, i conferimenti iniziali di ciascun socio contano.

Ogni socio diventa infatti proprietario di una quota di partecipazione sociale sulla base di quanto ha contribuito in proporzione agli altri. Questa quota si accompagna a diritti e oneri di diversa natura in base all’azienda.

Da cosa è formato

Il capitale sociale può essere composto da beni materiali e immateriali, tra cui:

  • Beni mobili, come macchinari o attrezzature
  • Beni immobili, come locali o terreni
  • Crediti di un socio verso terzi
  • Rami d’azienda o intere aziende
  • Marchi e brevetti
  • Prestazioni d’opera (solo per le società di persone)

A ogni tipologia di bene corrisponde una modalità di conferimento.

Nel caso di un conferimento in denaro le risorse vanno consegnate almeno per il 25% all’atto dell’ingresso in azienda, mentre il resto può essere reso disponibile in un secondo momento. In tutti gli altri casi, il bene va consegnato integralmente e immediatamente.

Modificare il capitale sociale

Ci sono diversi motivi per cui può essere necessaria una variazione del capitale sociale. Uno di questi è il fabbisogno di liquidità.

Se un’azienda ha problemi di liquidità, aumentare il capitale sociale potrebbe scongiurare il rischio di liquidazione giudiziaria. Esso è infatti un valore indicato nello statuto costitutivo dell’azienda e la sua variazione rientra tra le operazioni straordinarie da mettere in atto in caso di necessità.

Esistono due strade possibili per aumentarlo: una gratuita e una a pagamento.

L’aumento gratuito, quando viene accresciuto trasferendo una parte della liquidità già accantonata a riserva. In questo caso, il capitale sociale aumenta con la liquidità di cui l’azienda già dispone, grazie al suo patrimonio netto. Questa operazione non modifica il patrimonio sociale, ma aumenta il capitale sociale.

L’aumento a pagamento riguarda invece il conferimento di liquidità extra, che può arrivare dai soci già coinvolti o da nuovi ingressi. Il nuovo gettito di liquidità contribuirà all’aumento del patrimonio sociale e anche del capitale sociale.

Oltre ad aumentare, questa tipologia di capitale può anche diminuire. Le perdite d’esercizio riducono il patrimonio sociale dell’azienda e vanno coperte con gli accantonamenti e riserve obbligatori per legge.

Qualora le riserve dovessero terminare, le perdite saranno gestite con le risorse del capitale sociale.

Il capitale sociale è un insieme di risorse importanti, un fondo di emergenza in alcuni casi, uno specchio degli asset più importanti di un’azienda in altri.